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Varie sono le ipotesi sull'etimologia del
nome Rapagnano. La più accreditata si fa risalire a "Ripa di
Giano", dal momento che nella sommità del colle sarebbe sorto un
tempio a quel Dio solare.Rapagnano è citata in alcuni scritti
dello storico Plinio il vecchio. Fu abitato già in epoca
preromana. A testimonianza nel 1880 in località S. Tiburzio
(oggi conservati nel Museo Archeologico di Ancona) vennero alla
luce materiali piceni come scudi, lance, elmi di bronzo e il
Disco Corazza, di notevole importanza, databili intorno al VI
sec. a. C. Nel secolo XI, come è avvenuto per numerosi altri
centri anche a Rapagnano è avvenuto il fenomeno
dell’incastellamento. Rapagnano viene registrato come
possedimento del Vescovo di Fermo in un documento del 1059;
Dichiaratamente filopapale come dimostrano i merli guelfi dei
suoi torrioni, si trovò spesso in contrasto con Montegiorgio. Il
castello conteso tra Fermo e Montegiorgio, nel 1229, per ordine
imperiale, divenne possedimento di quest’ultimo ma pochi anni
dopo, nel 1244, venne riconquistato da Fermo. Di quest’ultima,
in seguito, Rapagnano ha sempre seguito le sorti, tranne che per
una breve parentesi, quando nel Quattrocento venne assediato ed
espugnato da Carlo Malatesta. Ha dato i natali a Giovanni XVII,
eletto pontefice nel 1003. Nel '600-'700, ha subito notevoli
trasformazioni a causa di un terremoto, come l'ampliamento della
piazza, la ricostruzione delle chiese e di alcuni palazzi tra
cui il Palazzo Comunale.
Partendo da
Viale Europa, il bel viale di platani e ippocastani, si arriva
al Paese. Sulla sinistra si vede il primo torrione, ben
conservato; più avanti altri due torrioni, il primo ben
conservato, ma mancante della parte beccatelli e merlatura, il
secondo attualmente malandato. Proseguendo a destra si vede la
Porta da Bora o Porta Marina, ricostruita, nella forma attuale,
nel 1707, un tempo costituiva l’unico accesso al castello,
mentre a sinistra la strada porta all’antica Fonte della Ripa,
d’epoca Romana. Più avanti, un tratto delle antiche mura di
forma ovoidale e i maestosi Palazzi Passamonti e Comunale,
separati dalla Porta Principale del Paese (Porta da Sole),
ricostruita verso il 1790. All'interno del paese la Piazza
Siccone, definita “il Salotto di Rapagnano”, dove si affacciano
il Palazzo Comunale (1790), la Chiesa di S.Antonio (1582), che
ospita un magnifico Presepio, la Chiesa del Suffragio (1736) e
diversi Palazzi ben conservati, ex proprietà di antiche famiglie
Rapagnanesi. In fondo alla Piazza spicca il Monumento ai Caduti,
opera giovanile dell’artista livornese Cesare Tarrini, diventato
poi famoso nella maturità.
Importanti anche la Chiesa Parrocchiale, decorata dal
Tentoni di Monte Giorgio nel 1812 e il Museo Parrocchiale.
Fuori dal paese si possono vedere tre chiese rurali: la Chiesa
di Santa Colomba ricostruita nel Settecento, i resti della
Chiesa di San Tiburzio (1507) e la Chiesa della Beata Maria
Vergine.
Comune di
Rapagnano sito web :http://www.comune.rapagnano.ap.it/
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